Artisti di Strada fermati e denunciati a Roma per aver cantato “Non più andrai, farfallone amoroso” dalle “Nozze di Figaro” di Mozart
Ebbene sì, succede anche questo a Roma, cantare in via del Corso (altezza civico 399) il celebre brano di Mozart diventa un reato perseguibile con denuncia penale per “turbativa della quiete pubblica” e sequestro dell’amplificazione.
E’ successo lo scorso 13 Novembre a due artisti di strada, Natalia Quiroga Romero e Gustavo Vita, marito e moglie, cantanti lirici, entrambi argentini, Gustavo con la doppia nazionalità italiana e argentina.
Quel giorno, come in altri, Gustavo aveva appena cominciato a cantare il celebre brano: “Non più andrai, farfallone amoroso, notte e giorno d’intorno girando; Delle belle turbando il riposo Narcisetto, Adoncino d’amor.”, cantando senza microfono nel rispetto della tradizione dell’Opera Italiana, quando arrivano più macchine senza identificativi della Polizia Locale, da cui scendono diverse persone in borghese che si qualificano come agenti della Polizia Municipale di Roma Capitale. Probabilmente si trattava del corpo speciale anti degrado e l’abusivismo commerciale, istituito da poco.
Gli agenti interrompono la musica e dicono a Gustavo e Natalia che in quel tratto di strada non si può usare l’amplificazione (stiamo parlando di un piccolissimo impianto che opera al max a 20 watt di potenza ma tenuto al minimo per non sovrastare la voce dei cantanti, anche per non compromettere la loro salute vocale, se la musica di sottofondo fosse troppo alta dovrebbero alzare il tono della voce con possibili danni fisici alla voce),
A quel punto i vigili vogliono sequestrare l’amplificazione in fretta e furia, mentre invece la procedura richiederebbe prima la compilazione di un verbale di contestazione e sequestro.
Natalia e Gustavo cercano di opporsi con ferma gentilezza a quello che a tutti gli effetti appare come un sopruso. A questo punto i due vengono caricati su una delle macchine e portati al comando della Polizia locale in via della Greca. Solo lì si procederà alla compilazione del verbale e a una denuncia per turbativa della quiete pubblica.
Perché questa azione così forte? Eppure i due cantanti lirici stavano eseguendo la loro arte a volumi ridotti, non stavano turbando nessuna quiete pubblica. Potrà avere influito il fatto che entrambi sono argentini, quindi extracomunitari? Ma non è proprio così, ammesso che non essere italiani possa essere considerata in qualche modo un’aggravante, o una forma di discriminazione… Gustavo ha la doppia nazionalità (italiana e argentina) e Natalia è la moglie, però all’inizio i vigili sembra non avessero approfondito questo aspetto.
Così la musica è stata fermata, gli strumenti sequestrati… e ora Gustavo e Natalia si ritrovano addosso una denuncia penale per aver cantato il brano di Mozart.
Sembra che nei giorni scorsi alcuni residenti avevano presentato un esposto per disturbo alla quiete pubblica da parte di ignoti, solo che le responsabilità, civili e penali, sono sempre individuali e non di una categoria, quindi va prima dimostrato che i due cantanti abbiamo creato danno alla salute di quei cittadini.
Questo fatto, che appare molto grave perché si palesa una chiara violazione dei diritti civili e umani di due persone, oltre a un vilipendio morale dell’arte, non è un fulmine a ciel sereno…
In questo ultimo mese ci sono state altre violazioni, con multe e sequestri ad altri artisti di strada, a piazza del Popolo, a Castel Sant’Angelo, a Piazza Navona e in altri luoghi.
Si è saputo poi che l’Ufficio Studi del Comando della Polizia Locale di Roma ha dato un’interpretazione all’articolo 4 del nuovo regolamento di Polizia Urbana, varato dal Consiglio Comunale di Roma a Giugno scorso.
In particolare riportiamo questo brano della disposizione interna alla Polizia Locale: “Visto quanto sopra e tenendo in debita considerazione la tutela dei molteplici aspetti del decoro urbano che l’Amministrazione ha voluto dare come orientamento generale nella riscrittura del nuovo Regolamento di polizia urbana, si ritiene di dover fornire una nuova indicazione sull’interpretazione del divieto previsto dall’articolo 4, comma 1, punto 4, non legata esclusivamente alla tutela dell’ambiente da qualsiasi forma di inquinamento acustico, bensì ancorata a una più generica tutela di aree di particolare interesse e pregio.”
A questo punto abbiamo chiesto un’interpretazione di quanto sta accadendo al Dipartimento Cultura del Comune di Roma che ha risposto con una lettera datata 13 Novembre 2019, inviata anche all’Assessore alla Crescita Culturale Luca Bergamo, e al Comandante della Polizia Municipale Antonio Di Maggio.
Riportiamo questo breve estratto della lettera: “Pertanto nelle more dell’introduzione di parametri e prescrizioni in materia acustica ambientale alla disciplina regolamentare, l’attività degli artisti di strada, anche se svolta con strumenti di amplificazione sonora, non può essere vietata e quindi sanzionata a norma del Regolamento di Polizia Urbana. Il regolamento dell’Arte di Strada (Delibera 24/2012 dell’Assemblea Capitolina. ndr) costituisce, infatti, lex specialis rispetto a quello di Polizia Urbana e, pertanto, in base al principio generale secondo il quale lex specialis deroga generali, l’art. 13 comma 3 di quest’ultimo regolamento non trova applicazione per gli artisti di strada”.
Finora non si sa ancora che decisioni abbia preso il Comando della Polizia Locale, aspettiamo a sapere e vedere. Quello che appare evidente è che i due dipartimenti del Comune si parlano poco e danno diverse interpretazioni. La lettera del Dipartimento Cultura parla però a nome della deliberazione capitolina del 2012 e interpreta il parere dei giudici amministrativi del TAR del Lazio che nel 2013 reintrodussero l’uso delle amplificazioni.
Per finire a nostro avviso, come artisti di strada consapevoli, sappiamo che è necessario il rispetto di un codice etico e comportamentale, rispettoso sia della libera espressione della nostra arte, come della salute dei cittadini; le soluzioni non si troveranno mai in una indiscriminata repressione, che può presto trasformarsi per forza di cose in una sorta di persecuzione indiscriminata della musica e dell’arte, ma si trovano in una regolamentazione concordata e responsabile tra gli artisti che operano a Roma, in particolare nel bel Centro Storico della nostra città, e l’amministrazione cittadina.
Il problema di un equilibrio nelle emissioni sonore va affrontato, a nostro avviso, attraverso una mappatura fatta bene delle aree sensibili e di pregio, calcolando i limiti di emissione attraverso fasce sonore (nessuna, piccola, media, alta) caso per caso, seguendo una verifica acustica e ambientale, non solo legata ai decibel, comunque da tenere bassi, difficilmente misurabili secondo il parere stesso dei tecnici dell’ARPA Lazio.
Siamo quindi ancora una volta disponibili a confrontarci con il Comune di Roma (Dipartimento Cultura, Assessorato Crescita Culturale, Polizia Municipale) per trovare una soluzione che sia prima di tutto CULTURALE e non di polizia e basta.
“Non più andrai, farfallone amoroso” (Video YouTube dell’Opera)
La lettera inviata dal Dipartimento Cultura del Comune di Roma
lettera-dipartimento-cultura-13-novembre-2019Questo Sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto non viene aggiornato con cadenza periodica né è da considerarsi un mezzo di informazione o un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62/2001
5 commenti
Alessio · Novembre 16, 2019 alle 11:21 pm
Nucleo anti degrado urbano ?
Reprimere ogni forma d’arte, di espressione, ecc. non mi sembra un buon proposito, lo sarebbe, invece, pensare ad eliminare immondizia, pulire strade e marciapiedi, asfaltare e ripristinare strade, potare piante, u… quante cose da fare per il decoro della città eterna… prima di pensare a tarpar le ali all’arte!
Alessio · Novembre 17, 2019 alle 12:30 am
Nucleo decoro urbano!?!
Perseguitare ogni espressione d’arte non mi sembra un buon proposito anzi. Pulire le strade, i marciapiedi, raccogliere i rifiuti, riasfaltare e manutenere in modo appropriato strade e Infrastrutture urbane, potare alberi, ecc. ecc. uh… quante cose da fare prima di pensare a tarpar le ali all’arte…
Maria D'Onofrio · Novembre 17, 2019 alle 9:12 am
Il titolo è volutamente fuorviante, lasciando ad intendere che si tratti di una censura “artistica” (questi ignorantoni che hanno osato censurare un brano del grande Mozart!) e non di semplice disturbo alla quiete pubblica causato dall’uso dell’amplificazione. La musica e l’arte sono cose belle e giuste, così come il diritto a NON ESSERE OBBLIGATI ad ascoltare, se non lo si desidera. Chiunque abbia modo di passeggiare per le vie del centro di Roma può facilmente rendersi conto di come invece sia praticamente impossibile camminare e ancor peggio sostare in prossimità dei monumenti senza essere aggrediti da musica sparata a tutto volume (NON E’ VERO CHE L’AMPLIFICAZIONE E’ USATA A BASSA INTENSITA’!!!!!), che a volte rende addirittura IMPOSSIBILE COMUNICARE CON IL PROPRIO VICINO!!! Gli artisti devono esibirsi ESCLUSIVAMENTE PER CHI DESIDERA ASCOLTARLI. Ed e’ facile notare come l’intensità dell’amplificazione sia quasi sempre inversamente proprozionale alle capacità artistiche del soggetto: IL BRAVO ARTISTA NON HA BISOGNO DELL’AMPLIFICAZIONE, perché è in grado di riunire intorno a sé il proprio pubblico lasciando la libertà a tutti gli altri di godere delle bellezze del luogo senza essere disturbati. ASCOLTARE GLI ARTISTI IN UN LUOGO PUBBLICO, CIOE’ DI TUTTI, NON E’ E NON PUO’ ESSERE UN DOVERE!!!!!!
Italo · Novembre 17, 2019 alle 9:44 am
Gentile Maria,
grazie del suo commento.
Il titolo non è fuorviante in quanto quello era il brano che Natalia e Gustavo stavano cantando a voce libera, con un accompagnamento musicale di sottofondo a volume più basso della loro voce. Questo per quanto riguarda il caso specifico, quindi non si trattava di disturbo della quiete pubblica che è un’altra cosa.
Per quanto riguarda invece un discorso generale sull’abuso delle emissioni acustiche, “è facile notare come l’intensità dell’amplificazione sia quasi sempre inversamente proprozionale alle capacità artistiche del soggetto” siamo pienamente d’accordo con lei. Infatti spesso gli artisti che si attengono al codice etico sono le prime vittime e non riescono ad esprimere la propria arte proprio perché ci sono gli altri che invece agiscono solo in misura del loro ego.
Roma è una città che ora ha tante problematiche, non certo penso causate tutte dagli artisti di strada… Quello che noi chiediamo, e denunciamo da anni, è che proprio la mancanza di una regolamentazione seria del settore, impedisce che la qualità si affermi, anzi allontana i più bravi che alla fine si stancano di dover stare a combattere con tutte queste problematiche.
Per questi motivi chiediamo da anni che il vecchio regolamento dell’arte di strada a Roma, varato nel 2012 dall’allora giunta Alemanno, sia sostituito con uno nuovo che guardi all’arte di strada non solo per regolarla ma principalmente per valorizzarla in senso culturale e artistico, in rapporto alla storicità dei luoghi e in relazione con i cittadini, residenti o di passaggio.
Per far questo però ci vuole una forte volontà politica che finora sembra essere mancata, e al momento non se ne intravede traccia.
Noi siamo aperti al dialogo, quando lorsignori vorranno potremo portare le nostre idee innovative in tal senso.
Damiano · Novembre 18, 2019 alle 3:25 pm
Gentile signora Maria,
nel suo discorso ci sono cose condivisibili e non.
Quello che non posso condividere è che , come dice lei , “Il bravo artista non ha bisogno di amplificazione”: se pensiamo ai diversi tipi di spettacoli di tipo circense che necessitano della base musicale già ci rendiamo conto che questo non è vero e, anche se vogliamo restare nell’ambito dei soli musicisti, il discorso necessita obbligatoriamente di ulteriori approfondimenti: per esempio c’è chi, per il tipo di strumento che suona ha necessità di usare basi musicali e di conseguenza uno strumento di amplificazione , ma anche chi come me va di voce e chitarra da accompagnamento ne ha bisogno e provo a spiegarle il perchè: in primis , c’è il discorso del frastuono del traffico cittadino o dei venditori ambulanti che ti piazzano il loro robottino che suona a un metro davanti a te e che spesso va ben oltre le mie emissioni sonore (già quando uso l’amplificatore, figuriamoci senza); le faccio notare inoltre che per suonare senza amplificatore devo rinunciare a tutta una serie di brani del mio repertorio in cui oltre ai suoni metto in gioco anche e soprattutto i silenzi e le pause sia della voce che della chitarra di accompagnamento; senza amplificazione invece, mi ritrovo costretto a suonare sempre altri brani e sempre gli stessi, ossia quelli con accompagnamento di chitarra battente e continuo e le assicuro che, per chi come me ha sempre cercato di dare ampiezza e qualità al proprio repertorio, è molto degradante ed estenuante perchè dal fare musica mi ritrovo invece a fare una specie di “zum-pa-ppà” che mi configura più come un mendicante che come un musicista.
Quello che invece posso assolutamente condividere è che qualcuno esageri con i volumi e non solo: alcuni non rispettano le giuste distanze dagli altri musicisti, altri attuano dei veri e propri comportamenti persecutori nei confronti degli altri artisti di strada tesi ad affermare la loro presa di possesso di alcune postazioni e questo si manifesta sia in litigi veri e propri , sia in guerre di volumi e tanto altro ancora che infanga il buon nome della categoria e che poi porta , giustamente, alcuni cittadini come lei a manifestare tutta la loro indignazione di fronte a certe situazioni; ma queste situazioni sono esattamente quelle che mettono in difficoltà anche noi che tentiamo da anni disperatamente di esercitare la nostra arte con rispetto ed è su tutte queste situazioni che tentiamo da anni di avere un confronto con le istituzioni su idee e proposte serie avvalorate dalla nostra lunga esperienza sul campo; sono proposte in cui si parla di limitazione dei watt possibili, differenziazione di zone , diritto e obbligo di rotazione di tutti gli artisti su tutta la città , apertura di uno sportello di tutela , perchè è ovvio che se un problema si vuole risolvere le idee per farlo vengono sempre fuori , e noi siamo i primi a non voler essere considerati come un problema per la società, ma di essa vogliamo far parte, ben consapevoli che le nostre libertà finiscono dove cominciano quelle altrui; il problema nasce quando si vuole buttare tutti nello stesso calderone per colpa di pochi che però si notano di più e anche e soprattutto quando si pretende di prendere decisioni ed emanare delibere senza neanche minimamente pensare di interpellare chi come molti di noi possono contribuire con idee e soluzioni concrete per una convivenza civile e armoniosa con tutto il tessuto sociale.
Nonostante queste tematiche siano relativamente “giovani” se consideriamo da quanti secoli esiste l’arte di strada, spero di averle risposto in modo esaustivo e rispettoso, cordiali saluti
Damiano.
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